dal Rio BRAGNA alla valle del TANARO

Dal Rio BRAGNA alla Valle del TANARO per antiche strade medievali
                             Loredana Ferro e Filippo Romagnolo

La valle del rio Bragna è stata oggetto di studi ed interventi di risistemazione all’inizio degli anni 2000, la realizzazione delle fogne tra i comuni di Costigliole ed Isola, lo studio finalizzato al riordino idrico del rio Bragna, gli interventi dell’ARPA e le numerose esplorazioni degli alunni della scuola media finalizzate allo studio della biodiversità ci restituiscono una conoscenza approfondita di questi luoghi.

L’itinerario dal rio Bragna alla valle del Tanaro si articola in due parti distinte che possono essere visitate anche in tempi diversi.

La prima parte percorre l’intero bacino del rio Bragna, affluente di destra del fiume Tanaro, a quote comprese tra i 130 e i 350 m s.l.m., con andamento Nord-Sud. Il suolo, costituito da argille e marne mioceniche, rivela importanti processi erosivi, in particolare le “rocche” in regione Briccone-Lesche e la frana di Mongovone che restituisce un importante affioramento fossilifero.

Il fondovalle è occupato da un’esigua formazione forestale in alcuni tratti abbastanza estesa anche nelle vallette laterali; il Rio Bragna rappresenta un corridoio biologico di notevole importanza in quanto congiunge la valle del Tanaro alla valle del torrente Tinella e di qui le Langhe, costituendo una connessione tra popolazioni biologiche in un’area fortemente antropizzata.

Da un punto di vista storico, si narra che il rio Bragna confluisse nella Val Tiglione creando un’ampia zona paludosa bonificata intorno al ‘600 con un’imponente opera idraulica per convogliare le acque verso Mongovone mediante lo scavo di un canale di scolo che ha dato forma nel tempo all’attuale vallata. Testimonianza di tutto questo si ha dai toponimi quali valle de Lesche e val Tagliata. Cosa voglia dire il toponimo “bragna” è oggetto di discussione, su alcune mappe di inizio ottocento riguardanti i due bracci  che costeggiano il versante su cui si sviluppa il concentrico comunale si leggono i toponimi rio Rivo, ora rio Salerio, posto ad ovest dell’abitato, e ad est rio Bierna e strada Brignosio (che ricorda bragna). L’unione di questi due tratti  a valle del rilievo su cui sorge l’abitato di Costigliole avviene in una zona in cui anticamente vi era un lago-peschiera sfruttato dai marchesi Asinari di San Marzano feudatari di Costigliole dal 1341 (l’altra importante famiglia nobiliare che assieme alla casata Verasis Asinari hanno governato il paese dal 1600 sino al 1928). Da questo punto sulle mappe che ho potuto consultare compare il solo nome rio Bragna e valle del rio Bragna.

La seconda parte del percorso si snoda sul crinale che divide la valle del rio  Bragna dalla valle del Tanaro e rappresenta la sommità dell’antica pianura alluvionale del bacino terziario ligure-piemontese che in tempi geologici si è erosa nel nostro magnifico sistema collinare.

Ad est ritroviamo dei bellissimi scorci panoramici sulla valle del rio Bragna e più avanti sull’abitato di Costigliole, a nord il complesso collinare del nord astigiano, la città di Asti e le colline del versante destro del Tanaro, in particolare Isola Villa e Mongardino. Ad ovest la pianura alluvionale del fiume Tanaro con le colline su cui sorgono gli abitati di Antignano, San Martino e Govone. Da un punto di vista paesaggistico ci troviamo immersi tra vigne ben curate, cascine e ville settecentesche insomma un museo all’aperto della nostra inimitabile cultura materiale.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Difficoltà: nessuna se non la lunghezza del percorso che tuttavia si può suddividere in più giorni.
Tempo e dislivello: 3h – 4h partenza ed arrivo alla Rocca e Castello di Costigliole, percorso collinare con massimo dislivello da m 160 a m 312m s.l.m., distanza circa 16 Km.
Periodo consigliato: tutto l’anno.

Cartografia: partenza da piazza Umberto I ove spicca imponente il millenario castello e l’ottocentesco Palazzo Comunale. Scendendo da via Verasis si entra nel borgo medievale chiamato comunemente “La Rocca” attraverso un intrico di stradine caratteristiche, antichi palazzi padronali e le due chiese delle confraternite di San Gerolamo e della Misericordia, si giunge all’ultima schiera di case che rappresenta anche la cinta muraria del ricetto. Per una piccola scala si imbocca la medievale via Cavorra e si scende nella valle sottostante ove si trova il mulino settecentesco della famiglia Asinari di San Marzano sul rio Salerio.
Imboccata sulla destra via Robino in regione “Feiteria” (il toponimo ci indica la presenza di un opificio ove si conciavano le pelli, da feitè in piemontese) e successivamente, sempre sulla destra, strada Aie, che dopo poche centinaia di metri si lascia per imboccare ancora sulla destra una strada comunale “bianca” che ci porta alle case Bossola.
Continuiamo a seguire la valle del rio Bragna per via Bossola e successivamente a destra per strada Anziani. Giunti a pochi metri dal ponte sul rio, punto più basso del percorso, si svolta a sinistra per una strada “bianca” vicinale che ci conduce a “Cà del Bosco”  ai confini del comune di Isola d’Asti tra querce, rari carpini, ontani ed in primavera numerose orchidee di varie specie. In questi luoghi non è raro imbattersi in gruppi di cinghiali e caprioli; a ridosso delle “rocche” di Mongovone e di Isola da alcuni anni nidifica la poiana.

Si risale in strada del bosco la valletta tra il Briccone e località Fubine e guadagnato il crinale ci si affaccia sulla valle del Tanaro, vale la pena a questo punto fare una deviazione a destra e giungere in località Briccone punto panoramico ove vi è una delle ville storiche del paese costruita nel 1729 e da cui possiamo vedere il tratto della valle del Tanaro verso Asti; con un piccolo sforzo si può scendere all’abitato di Mongovone, magnifica balconata sulla val Tanaro, per strade sterrate e ritornare sui propri passi chiudendo questo anello di circa un Km. Riguadagnato il percorso principale si sale per strada Briccone e prima di giungere alla Chiesa di Santa Margherita è d’obbligo una piccola deviazione a sinistra di circa 400 m. per raggiungere un altro bel punto panoramico in località Fubine ove le vecchie carte indicavano il “bricco dell’amore” traduzione errata dal piemontese “bric dl’armu” letteralmente “rumore” del vento che incessantemente soffia. La vista che si apre è impagabile: una balconata sulla valle del Tanaro con Asti sullo sfondo.

La passeggiata, priva di difficoltà, riprende verso la chiesa di Santa Margherita, una delle sette parrocchie del paese e giunti sulla piazzetta della frazione si può fare rifornimento d’acqua alla fontana pubblica.
Si gira a sinistra sulla provinciale che conduce a Costigliole, dopo alcune centinaia di metri si svolta a destra in strada Piazza: sulla sinistra vi è una collinetta con una torre seicentesca, ultimo resto dell’antico abitato di San Martino di Cavorra distrutto dalle truppe spagnole durante la guerra dei trent’anni (1618 – 1648); alla destra l’agriturismo “La Piazza” sito in una cascina settecentesca e sulla sinistra un’altra delle numerose ville padronali appartenuta a Pietro Viarengo segretario personale di Vittorio Emanuele II.

Proseguendo per questa via si giunge ad un quadrivio ove vi sono alcune cascine appartenute alla famiglia Asinari di San Marzano, in questi luoghi, ci narra lo storico Aldo di Ricaldone nel suo libro “Filippo Antonio Asinari di San Marzano viticultore in Costigliole d’Asti” venne sperimentata la coltivazione di alcuni vitigni con tecniche moderne: era il 1810, qualche anno dopo, nel 1844 in villa San Felice al Briccone venne costituita una società Enofila, probabilmente una delle prime in Piemonte, ma questa è un’altra storia che racconteremo nei percorsi guidati che organizziamo periodicamente.

Giunti sul quadrivio si può decidere se chiudere la prima parte del percorso oppure continuare; in questo luogo vale la pena salire sul bricco Vicario, sede dell’antico abitato.

Se si vuole ritornare in paese si gira a sinistra per strada san Martino e attraversata la provinciale si prosegue per strada Aie, strada Robino e si ritorna al punto di partenza. L’anello della valle del Bragna è lungo da 8 a 10 Km a seconda che si percorrano anche i tratti secondari.

Se si vuole continuare il percorso si gira a destra per strada Piva e si scende verso la Val Tanaro, in fondo alla discesa troviamo la cascina più antica di Costigliole, il proprietario esibisce ai passanti un mattone datato 1300 con la scritta cascina Stella, quanto ci sia di vero in questa storia non è dato sapere, sta di fatto che la tipologia costruttiva, con muri inclinati e volte a botte, lascia intendere che il fabbricato sia molto antico. Si prosegue in direzione Sant’Anna, l’antica parrocchiale di Santa Maria del Sasso, posta su uno sperone roccioso di gesso. Giunti al quadrivio si sale a destra verso la piazzetta antistante la chiesa per ammirare la Val Tanaro sino ad Alba ed il Roero e sulla sinistra la formazione collinare delle Langhe, sullo sfondo le Alpi Cozie Meridionali con il Monviso.

Ritornati al quadrivio l’itinerario prevede due tratti alternativi:

  • uno panoramico per strada Lanzello percorre il crinale sino alla parrocchia della Madonna dell’Annunziata, la vista è sempre duplice da una parte il paese di Costigliole con il castello, la Rocca ed il sistema collinare che circonda il paese, dall’altra la Valle del Tanaro,
  • l’altro per la sterrata strada Moresca e strada Sottogessi con arrivo alla parrochiale dell’Annunziata; da questa strada si può scendere alla chiesetta campestre di San Siro edificata sull’angolo di un castrum romano: a poche centinaia di metri in località Nosserio alcuni anni or sono furono trovati una lapide romana ed una piroga preistorica conservati presso il Museo di Antichità di Torino. Volendo percorrere ancora circa un chilometro per tornare poi sui propri passi, si può giungere ad una fontana con la scritta acqua non potabile, ma a detta degli abitanti del luogo potabilissima.

    Sulla piazzetta della chiesa dell’Annunziata è possibile dissetarsi alla fontana pubblica, di qui si possono scegliere due percorsi per tornare in paese: uno, svoltando a sinistra dalla piazzetta della chiesa, percorre per un centinaio di metri la provinciale per poi svoltare a destra e scendere in una stretta valletta detta dei “tiri, perché sede del tiro al bersaglio costruito in epoca fascista. Si percorre tutto il fondo valle e ci si trova in paese nei pressi degli impianti sportivi.

L’altro percorso procede dalla piazzetta verso destra sulla provinciale, giunti ad un quadrivio si svolta a sinistra in strada Lesca, la strada delle “masche”, come dicono alcune leggende popolari, poco prima di giungere all’antico pozzo della Lesca, primo acquedotto del paese, si svolta a destra in strada Cascinotto che inizialmente è sterrata e la si percorre tutta sino a giungere a cascina Castlet ed all’incrocio con strada Santo Stefannetto che imbocchiamo verso sinistra per raggiungere l’abitato di Costigliole punto d’arrivo del nostro itinerario.

Bibliografia

  • Regione Piemonte – Provincia di Asti – Riordino idrico del territorio provinciale inerente al rio Bragna e al canale San Marzano.
  • Cartografia dell’ufficio tecnico de comune di Costigliole d’Asti.
  • Archivio Storico Comunale – sezione famiglia Asinari.
  • Materiale pubblicitario turistico edito dal comune di Costigliole d’Asti.
  • Materiale didattico prodotto dagli alunni della scuola media “A. Bellone” di Costigliole d’Asti in collaborazione con l’ARPA astigiana.

Questo percorso è stato pubblicato sul libro SENTERI di COLLINA a cura di Franco Correggia e distribuito con il quotidiano La Stampa. Il percorso è stato scritto da Loredana Ferro e Filippo Romagnolo.

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